Perchè i cani cercano di salvare i loro padroni? Ecco svelata la verità

Perché i cani cercano di salvare i loro padroni quando sono in difficoltà? Ecco cosa è emerso da un esperimento molto particolare

Vi sarete chiesti almeno una volta (e anche più) perché i cani cercano di salvare i loro padroni. Il cinema e la tv sono stracolmi di scene in cui vediamo i prodighi e coraggiosi amici a quattro zampe che si lanciano per soccorrere adulti e bambini. In effetti certe situazioni non si discostano più di tanto dalla realtà e lo dimostra, ad esempio, il caso dei cani da salvataggio. Ma cosa si nasconde dietro a questo comportamento?

A questa domanda hanno cercato di rispondere gli esperti del Dipartimento di Psicologia della Arizona State University, con uno studio mirato proprio a capire il perché di questo “istinto” canino. Gli studiosi hanno dato vita a un esperimento in cui sono stati coinvolti ben 60 amici a quattro zampe, verificando le loro reazioni e il loro comportamento in situazioni di difficoltà. Cosa è emerso? Scopriamolo insieme.

Cani che salvano i padroni: lo studio americano

cane marrone chiaro

“Sei un cane. Il tuo proprietario è intrappolato in una scatola e chiede aiuto. Sei consapevole della sua disperazione? Se è così, puoi liberarlo? E per di più, lo vuoi davvero?”. Ecco quali sono le domande da cui è partito lo studio di Joshua Van Bourg e Clive Wynne, i due esperti che hanno provato a spiegare perché i cani cercano di salvare i loro padroni.

Nell’immaginario collettivo i cani sono come Lassie e Bolt, disposti coraggiosamente a sacrificarsi ogni volta che occorra. Ma in verità, come hanno spiegato i due esperti, nel tempo la scienza non ha dimostrato particolare interesse per questo comportamento dei cani e non sono state condotte ricerche specifiche per cercare di risalire alle sue cause.

“È una leggenda diffusa”, ha spiegato Van Bourg, studente di Psicologia dell’Arizona State University. “Osservare semplicemente i cani che salvano qualcuno non dice molto. La sfida difficile è capire perché lo fanno”. Ecco allora che Van Bourg ha chiesto a Wynne, professore di psicologia e direttore del Canine Science Collaboratory della sua università, di collaborare a un grande esperimento. Hanno scelto 60 cani da compagnia e li hanno messi di fronte a situazioni “difficili” in cui sarebbero stati costretti a salvare i loro proprietari. Naturalmente nessuno di questi cani era stato addestrato per il salvataggio.

Prima prova: il padroncino nella scatola

cane husky

La prima prova dell’esperimento è stata quella di soccorso. I due esperti hanno allestito una grande scatola dotata di una porticina che i cani potevano tranquillamente aprire. Al suo interno di volta in volta veniva rinchiuso il padroncino del cane, che iniziava a chiedere aiuto, come se appunto si trovasse in pericolo e volesse essere liberato. I padroncini, inoltre, avevano delle direttive ben precise: non avrebbero dovuto mai chiamare il cane con il suo nome, né tanto meno incoraggiarlo a compiere un’azione con comandi o indicazioni specifiche.

Van Bourg ha affermato che circa un terzo dei cani ha salvato il proprio padroncino in difficoltà. Una bella percentuale in effetti e per due motivi diversi. Prima di tutto perché in effetti i cani hanno palesato l’istinto di salvare il proprio umano da una situazione di pericolo, e poi perché hanno capito la gravità della situazione. Quindi, di fatto, hanno riconosciuto che la persona nella scatola aveva bisogno di aiuto.

Seconda prova: il cibo nella scatola

cane con la lingua di fuori

A questo punto i due esperti si sono ritrovati di fronte a un dilemma, cioè se sia sempre vero che i cani capiscono che il padrone è in difficoltà e si lanciano a salvarlo per tale motivo. Per rispondere a questa domanda hanno effettuato due test di controllo, il primo dei quali con un grande ospite amatissimo dai quattrozampe: il cibo.

In sostanza ogni volta che il padroncino era chiuso nella scatola, un ricercatore faceva cadere del cibo al suo interno. Il risultato? Soltanto 19 dei 60 cani sono entrati nella scatola per acciuffare la pappa, il resto invece si è preoccupato per le sorti del padroncino e sono andati a salvarlo. Quindi la maggior parte dei cani ha preferito l’umano al cibo.

Ma c’è una cosa che ha lasciato ancora una volta perplessi i due studiosi. Perché mai alcuni cani non solo non sono entrati a prendere il cibo, ma non hanno neanche provato a salvare il padrone intrappolato? “Il fatto che due terzi dei cani non abbiano siano entrati nella scatola nemmeno per il cibo è un’indicazione piuttosto forte che il salvataggio richiede più della semplice motivazione“, ha affermato Van Bourg.

Da cosa dipende? I ricercatori sono giunti a una conclusione, dipende da una componente essenziale: l’abilità del cane. O meglio, il cane vuole salvare il padroncino in difficoltà nella maggior parte dei casi, ma ha bisogno di sapere come fare per lanciarsi.

Terza prova: il padroncino che legge nella scatola

La terza parte dell’esperimento è stata la prova del nove per i due ricercatori. Questa volta hanno chiesto ai padroncini di entrare nella scatola, senza urlare o chiedere aiuto ma semplicemente leggendo ad alta voce una rivista. Una situazione tranquilla, quindi, non un’emergenza come nei due casi precedenti. Da questa terza prova è emerso che 16 cani su 60 sono entrati nella scatola, quattro in meno rispetto alla precedente. Quindi, in definitiva, la maggior parte di loro ha capito che non c’era pericolo e non è intervenuta.

Perché i cani cercano di salvare i loro padroni

cane anziano

Come spiegato da Van Bourg, nella maggior parte dei casi i cani hanno agito spinti non dal bisogno di soccorrere il padrone, ma semplicemente dal fatto di voler stare con lui. Una cosa molto dolce, in effetti, che chi conosce l’amore degli splendidi quattrozampe piò tranquillamente confermare. D’altra parte, però, le tre prove hanno dimostrato anche che i cani hanno agito in numero maggiore proprio quando i padroncini simulavano paura e pericolo.

Durante tutte e tre le prove molti dei 60 cani hanno reagito mostrandosi nervosi, stressati, ansiosi e perfino piagnucolando e abbaiando. Alcuni camminavano continuamente lungo la scatola, altri invece sbadigliavano. I cani, quindi, hanno mostrato di essere preoccupati per le sorti dei propri padroncini specialmente quando questi gridavano aiuto. Nella seconda e terza prova, invece, si sono acclimatati e calmati perché hanno visto i loro padroncini tranquilli.

Perché, dunque, i cani cercano di salvare i loro padroni? La risposta è quella che, in fondo, tutti gli amanti dei quattrozampe avrebbero dato sin dall’inizio: perché gli vogliono bene e si preoccupano davvero per loro! È il frutto di quella capacità di sentire e vivere le emozioni altrui che negli umani definiamo con il termine empatia.

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