Cane riabbraccia il proprietario dopo un mese di coma: il vicinato si è preso cura di Sherlock

Sherlock ha dovuto vivere un mese lontano dal suo proprietario, dopo che quest'ultimo è finito in coma in seguito a un incidente. I vicini si sono presi cura di lui

Sherlock ha dovuto vivere tanto tempo lontano dal suo papà umano. L’uomo aveva avuto un incidente ed era stato costretto a rimanere in ospedale a lungo. Il cane riabbraccia il proprietario dopo un mese di coma e la reunion è stata davvero molto commovente. Soprattutto per i suoi vicini di casa, che in assenza del suo papà umano si sono presi cura di lui con amore e dedizione, cercando di consolarlo un po’.

Cane al fianco dell'uomo in carrozzina

La storia ci arriva da Oakley, città dell’Ohio, negli Stati Uniti d’America. Protagonista Pat Beach e il suo cane Sherlock. L’uomo era rimasto gravemente ferito in un incidente stradale. Per un mese è rimasto in coma, ricoverato in ospedale. A casa ad attenderlo c’è sempre stato il suo cane. Sherlock si era perso durante l’incidente. Ma il vicinato non solo ha fatto di tutto per ritrovarlo. Si è anche preso cura di lui in assenza del suo papà umano.

Pat Beach stava passeggiando con il cane in Appleton Street, appena fuori Madison Road, quando un’auto lo ha travolto in pieno. Il cane, spaventato per quello che era successo, è scappato via. Intanto i soccorritori portavano il suo padrone in ospedale in coma, in condizioni gravissime. Venute a conoscenza del fatto, le famiglie del quartiere dove Pat e Sherlock vivono hanno deciso di fare di tutto per ritrovare il cane scomparso. Dopo due giorni il miracolo: i vicini hanno portato il cane a casa e si sono presi cura di lui, in attesa del ritorno del proprietario.

Cane bianco e marrone

I medici hanno tenuto l’uomo in terapia intensiva per 11 giorni. La prognosi è stata a lungo riservata e ha dovuto rimanere in coma con le ossa rotte per molto tempo. Poi, finalmente, le dimissioni. Quando il cane riabbraccia il suo proprietario dopo un mese di coma, la festa è stata grande. “Mi sento come un bambino: ora devo recuperare l’uso delle gambe. Sarà dura, certo è tutto diverso ora da quando ero un runner e una cintura nera di arti marziali. Non ricordo nulla di quel maledetto giorno. Tutto dimenticato: 11 giorni dopo, quando mi sono svegliato all’UC Hospital, riuscivo a malapena a dare un senso a tutto ciò che stava accadendo intorno a me”.

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