“Ci aiuta ogni giorno”: Onyx è il cane di assistenza emotiva più empatico che ci sia

Nessuno guarisce le ferite dell'anima come lui

Far fronte a una perdita può richiedere parecchio tempo e lavoro su sé stessi. Metabolizzare un evento tanto drammatico richiede una grande forza d’animo, e la volontà di voltare pagina. Senza mai dimenticare chi se n’è andato, andare avanti costituisce l’unica via per sopravvivere. Certi vuoti rimarranno in eterno, ma grazie al giusto supporto è possibile sconfiggere il dolore, almeno in parte. Il sindaco di Azcapotzalco, città messicana di circa 64 mila abitanti, ha avuto una bellissima idea in favore della comunità. Dato quanto sa essere devastante la morte di un membro della famiglia o di un amico, ha deciso di mettere a disposizione un cane.

Cagnolino nero

Il suo nome è Onyx ed è un fido di sostegno. Sa entrare in empatia e fornisce una “spalla” sulla quale piangere. Accarezzando il quadrupede, le persone avvertono un senso di pace. Questo processo avviene non solo con Onyx, ma con tutti i cani. D’altro canto, il barboncino pare avere proprio un dono speciale. A dispetto dei soli 10 mesi di età, ha sviluppato un dono eccezionale, al punto da essere reclamato a gran voce dai residenti.

Onyx cane di sostegno

Con i bambini si rivela altrettanto docile e mansueto. Mediante l’olfatto, è in grado di captare la risposta del piccolo: se spaventato, evita di avvicinarlo, altrimenti riesce a instaurare un’ottima intesa. In una serie di incontri, degli specialisti di addestramenti dei fedeli amici a quattro zampe hanno prestato supporto alle persone bisognose di aiuto.

La storia ha fatto il giro del Pianeta, dimostrando l’importante ruolo che i fidi sanno svolgere, se messi nelle condizioni ideali. Il cane è entrato nel cuore della collettività e non potrebbe essere altrimenti, data la dolcezza e la sensibilità avuta verso chi soffre.

La pet therapy gode di ottimi consensi, in ogni angolo del Pianeta; tuttavia, viene di solito effettuata su persone costrette a combattere contro delle gravi malattie. Qui il ruolo del “batuffolo di pelo” differisce, anche se lo scopo è lo stesso: regalare un po’ di serenità a chi non ne ha. Al racconto, numerosi internauti hanno sparso la voce e qualcuno si è addirittura permesso di consigliare al proprio sindaco di organizzare un’iniziativa del genere.   

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