Lasciare il cucciolo in garage integra il reato di abbandono di animali: a stabilirlo una sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione ha sottolineato l'importanza del benessere psicofisico dei nostri quattrozampe

Di recente, la Corte di Cassazione, si è pronunciata su un caso di particolare rilievo che riguarda proprio i nostri quattrozampe. Tutti, infatti, sappiamo dell’esistenza di alcuni articoli nel Codice Penale che riguardano il maltrattamento e l’abbandono di animali, ma, in questo caso, è stato necessario l’intervento giudici per chiarire il confini dell’articolo 727 del Codice Penale. Oggi analizziamo proprio questa sentenza, la numero 537/2023.

Cane in posa per la fotocamera
Pixabay

Partiamo dal raccontare la vicenda. Un uomo viene ritenuto colpevole dal Tribunale di Catania di aver violato l’articolo 727 del Codice Penale, che regola l’abbandono di animali. L’accusa mossa a quest’uomo era quella di aver lasciato il suo cucciolo di tre mesi nel suo garage poco illuminato e senza acqua. Quest’uomo, però, non ci sta e decide di ricorrere in Cassazione. Motivo di doglianza, in questo caso, è che il Tribunale di Catania non abbia tenuto conto di una prova che lui ritiene decisiva: un certificato veterinario che attesta il buono stato di salute dell’animale.

I giudici di Cassazione, però, accolgono solo uno dei tre motivi presentati dall’imputato. Per il resto, come specificato nella sentenza disponbile online, “l’ipotesi di reato di cui all’art.727, secondo comma, cod. pen. non postula la necessaria ricorrenza di situazioni, quali la malnutrizione e il pessimo stato di salute degli animali,
indispensabili per poterne qualificare la detenzione come incompatibile con la loro natura, ma al proposito rilevano tutte quelle condotte che incidono sulla sensibilità psico-fisica dell’animale, procurandogli dolore e afflizione […], compresi comportamenti colposi di abbandono e incuria”.

Cucciolo riposa
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In buona sostanza, a detta della Cassazione, il fatto che il cagnolino non versasse in eccessive condizioni di malessere non è significativo. Non è nemmeno significativo che il cucciolo non avesse delle vere e proprie lesioni fisiche. Quel che rileva è che il cucciolo viveva in una situazione incompatibile con le sue esigenze psicofisiche.

La Corte di Cassazione, con questa senteza, ha quindi sottolineato che tutti i proprietari di quattrozampe devono prestare attenzione non solo al benessere fisico del loro quattrozampe, ma anche a quello psichico.

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