Tenuto legato con una catena cortissima, questo cane non sapeva come smettere di soffrire

Lo consideravano un "pezzo difettato di fabbrica": il cane, tenuto legato con una catena cortissima, era abituato ai soprusi

Marco, un uomo mite e dai nobili sentimenti, andò in un piccolo villaggio per acquistare delle canne da zucchero. Qui, apprese una storia straziante, che lo sconvolse: un cucciolo di cane era stato messo in “schiavitù”, allo scopo di catturare i topi. Il piccolo, tuttavia, evitava di abbaiare, perciò lo consideravano un “pezzo difettato di fabbrica”. Ne ignoravano l’animo, vedendolo alla stregua di un oggetto.

Nel momento in cui aveva faticato ad assolvere i compiti, gli avevano voltato le spalle. Lo reputavano una causa persa, destinata a una vita misera. I proprietari non riuscivano a capire quanto fossero fortunati ad averlo nelle proprie vite. Focalizzati completamente su sé stesso, avevano dimenticato cosa significassero parole come umanità e compassione.

Cucciolo di cane maltrattato

Marco chiese di vedere il cucciolo di cane: rimase subito colpito dalle condizioni in cui versava. Lo lasciava senza parole soprattutto lo sguardo, pieno di tristezza e terrore. Non ci pensò su due volte: pur di garantirgli un avvenire migliore, accettò di acquistarlo per 50 euro.

Catena al collo del cane

Il trovatello, tra i 3 e i 4 mesi di età, meritava molto di meglio. Con il provvidenziale intervento la situazione cominciò a cambiare. Da lui ribattezzato Charlie, Marco pensò subito a sfamarlo e pulirlo. Tolta finalmente la strettissima catena intorno al collo, lo portò subito a casa, dove iniziò a prendersene cura.

Scottato dalla precedente esperienza, Charlie era parecchio timido e spaventato. Tuttavia, Marco lo trattava con amore e pazienza. Ne capiva il forte stato di inquietudine, perciò evitava di mettergli pressione: quando avrebbe cominciato a fidarsi, lui lo avrebbe accolto a braccia aperte.

Nei giorni successivi, Charlie cominciò a fidarsi e a mostrare il suo vero carattere, giocoso e affettuoso. A quel punto, il soccorritore ebbe l’idea di pubblicare foto e video che lo ritraevano, affinché una famiglia si facesse avanti.

Trascorse alcune settimane, le preghiere furono accolte: una coppia di genitori adottivi mostrò interesse. Marco era felicissimo di garantire a Charlie una seconda chance. Portò il cucciolo di cane ai nuovi padroni, che gli riservarono il migliore comitato di benvenuto.

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