Bangara: storia e origini di questo tipo di cani dall’inizio a oggi

Bangara, storia: cosa sappiamo su questo splendido esemplare di cane enorme e dalla criniera da leone? Qual è la vicenda che ce lo racconta? Ecco qualche informazione generale sulla razza e qualche dettaglio sulla sua più lontana origine.

Bangara: origini della razza

Il Bangara è un cane non riconosciuto ufficialmente dalle associazioni internazionali. La sua stazza enorme e la sua criniera folta e lunghissima ci ricorda un altro cane, che fa parte della sua stessa famiglia, o meglio ne è proprio il genitore: il Mastino Tibetano. Spesso, infatti, tali esemplari sono confusi perché le differenze sono davvero minime.

Bangara e storia: cosa sapere? La razza è antichissima e fa parte, come già detto, della famiglia dei Mastini Tibetani. Alcuni studiosi sostengono proprio che tale razza sia un po’ la genitrice di tutte le razze che appartengono alla categoria dei molossidi.

Un’informazione abbastanza certa, basata su uno studio fatto presso un laboratorio di genetica, sostiene che tutte le razze esistenti si siano geneticamente distaccate dal lupo circa 42mila anni fa. Il Mastino Tibetano, invece, lo aveva già fatto in tempi ancora più antichi, circa 58mila anni fa. Dunque, il Mastino Tibetano, come tutte le razze “sue figlie” hanno il primato di essere fra i cani più antichi esistenti al mondo.

Il Bangara, dunque, anche in base alle caratteristiche fisiche che presenta, sembra essere appena più piccolo del Tibetan Mastiff, nonostante appartenga comunque a quella tipologia di cane.

La zona di maggiore diffusione di tale cane, anche quella che gli ha dato i natali, è quella del Tibet e dell’Himalaya, e comprende anche parte del Nepal, dell’India e del Bhutan.

Il prezzo di un cane di razza Bangara, oggi, essendo molto raro e di difficile reperimento, è altissimo: si aggira intorno ai 2000€.

Temperamento: come si gestisce?

bangara criniera folta

Bangara e storia: come le origini hanno influito sul suo essere? Essendo sempre stato abituato a vivere una vita indipendente e autonoma, il Bangara non ha bisogno davvero di nulla. Riesce a gestirsi l’esistenza perfettamente da solo, senza l’aiuto di nessuno. Fra l’altro, bisogna anche considerare un aspetto fondamentale: non è assolutamente il classico cane d’appartamento, anzi.

Il ruolo che svolge al meglio è quello di cane da guardia o, ancora di più, da pastore. Dunque, deve vivere in luoghi esterni, dove ci siano degli spazi abbastanza larghi da dargli l’opportunità di sfogare tutte le energie.

Di indole, sa essere feroce e superbo, pronto ad affrontare qualsiasi tipo di situazione con coraggio e fermezza. Se si conquista la sua fiducia, però, il Bangara riesce ad essere anche affettuoso e dolce con gli umani: quello che conta è un bell’addestramento.

Quando impara a fidarsi del proprio padrone, è fatta: sarà perfetto come cane da guardia della casa o della famiglia, ma anche come cane da pastore per la cura del bestiame. Non gli sfuggirà davvero nulla!

È molto condizionato dal suo istinto: avendo vissuto gran parte della sua vita in ambienti esterni, il Bangara può avere dei momenti in cui non riesce bene a controllare la sua indole. Per questo è importante saperlo gestire e imparare a tenerlo a bada.

Sa adattarsi ad ogni tipo di ambiente, anche a quello più impervio, a climi e condizioni atmosferiche rigidissime: è questo che, nel corso della storia, ha temprato sia il suo fisico, sia il suo carattere.

Quello che invece non riesce a fare, però, è abituarsi alla vita d’appartamento, che risulterebbe per lui fin troppo stretta. È bene, allora, fare in modo di tenerlo in una casa di campagna, o comunque in un posto dove ci sia tanto spazio per farlo sfogare.

Addestramento: cosa sapere

cane criniera folta

Il Bangara, come già sottolineato, deve assolutamente essere addestrato. Se non gli dessimo, fin da cucciolo, la giusta educazione, una volta cresciuto non sarà più possibile tenerlo a bada. Arriva anche a pesare sui 40 kg, dunque è importante capire come gestirlo al meglio, per evitare che sia lui a “portare a spasso” noi.

Per addestrarlo, ci vuole polso, autorità e molta pazienza. Non si devono mai assumere atteggiamenti aggressivi o violenti, perché così facendo otterremmo solo l’effetto contrario!

Dunque, quello che conta in questi casi è dare la giusta dose di affetto, ma avere anche costanza, calma e fermezza. Quando lui avrà capito che può fidarsi di noi, ci darà perfettamente retta e sarà un ottimo compagno di vita.

Articoli correlati