Come parlare al cane per farlo sentire tranquillo e al sicuro?

Sapere come parlare al cane è un dettaglio indispensabile per una convivenza serena e pacifica. Il fine ultimo è creare un rapporto di fiducia. I dettagli

Come parlare al cane? Per avere un rapporto profondo e fondato sul rispetto reciproco è bene sapere come comunicare. Secoli di convivenza a strettissimo contatto ha permesso di conoscere sempre di più Fido e, in questo modo, anche il suo linguaggio del corpo. Saperlo interpretare correttamente non è un dettaglio di poco conto: è attraverso i suoi movimenti che esprime felicità, paura, disagio, dolore. Ci sono dei casi in cui intervenire può fare la differenza e noi dobbiamo essere pronti a rispondere al richiamo d’aiuto.

Il gap comunicativo, inevitabile tra due specie così diverse, con il tempo si è andato riducendo. Il cane non è più solo un compagno di caccia o un guardiano, ma un membro della famiglia a tutti gli effetti. Ecco allora che sapersi dire le cose, dalle più stupide alle più importanti, è fondamentale. Ne va del tipo di rapporto che vogliamo avere con il nostro amico a quattro zampe.

Conoscere il cane

connessione tra cane e padrona

Come parlare al cane? Cominciamo con una buona dose di coerenza e dal tono di voce giusto. Noi bipedi, infatti, partiamo in qualche modo svantaggiati perché abbiamo cinque sensi che sono meno sviluppati rispetto a quelli dei nostri amici a quattro zampe. L’udito e l’olfatto del cane gli permettono di fare cose che possiamo solo immaginare e di sapere cose di noi che nemmeno arriviamo a supporre.

Per fortuna, però, anche tra esseri viventi così diversi, la vogla di condividere del tempo assieme, l’amore e la condivisione riescono a ridurre le distanze oggettive. Lo si fa senza nemmeno averne la percezione. Attraverso la mimica facciale, la tonalità della voce, gli odori e le posture del corpo. Dicono molto, forse più delle parole o dei versi che – da soli – ci allontanerebbero reciprocamente. Stiamo parlando della comunicazione non verbale, di cui gli animali si servono moltissimo: la comprendono e sono in grado di utilizzarla per parlare con specie diverse o, a maggior ragione, con i propri simili.

Come rimproverare il cane

cane con bastone

L’apprendimento avviene ogni giorno, sia da parte di noi bipedi che dei quadrupedi. Gli amici a quattro zampe non apprendono solo quello che esprimono i nostri movimenti, ma anche quello che diciamo. Più parliamo con loro, più parole entreranno nel loro vocabolario. Non conoscono il rapporto tra significato e significante, e non è una comprensione precisa, ma i suoni riescono a percepirli come pochi.

Le punizioni e le urla non sortiscono l’effetto desiderato, tutt’al più ansia e nervosismo: meglio parlare loro con calma e con dolcezza. Se fanno qualcosa di sbagliato, ignoriamoli e aspettiamo un comportamento virtuoso per premiarli e creare un’associazione positiva: è un approccio molto più efficace con i nostri adorati pet.

Come parlare al cane? Ripetere lo stesso termine ogni volta che si compie la medesima azione aiuterà il nostro amato Fido a contestualizzare. Le parole da sole non bastano: indispensabile è l’utilizzo del corpo. Uno degli esempi più classici è dire “pipì” tutte le volte che stiamo per prendere il guinzaglio e uscire per la passeggiata di rito. Una volta automatizzata l’associazione si mostrerà impaziente a questo specifico suono.

Non da meno è il tono di voce: deve essere quello adeguato. Uno più basso deve corrispondere a tranquillità e approvazione, uno un po’ più alto (ma che non sia un grido) per indicare il dispiacere quando assistiamo a un comportamento che non pensiamo sia consono.

La socializzazione è di vitale importanza, perché la nostra palla di pelo deve imparare a interagire con il mondo esterno nel rispetto di tutti gli attori in gioco. In tal senso, è l’animale più obbediente e fedele in assoluto, a patto che gli venga insegnata l’educazione.

Come capire il linguaggio dei cani

cane con la bocca aperta

Perché il linguaggio, verbale e non, possa trasformarsi in comunicazione non può essere unilaterale. Dobbiamo anche imparare a leggere le risposte di Fido. Come parlare al cane è il primo passo, ma non è sufficiente se non siamo in grado di interpretare quello che lui vuole dire a noi.

Lo abbiamo già accennato, il nostro amico a quattro zampe può imparare le parole umane, ma a dire molto di più sono i segnali paraverbali. Per favorire la comunicazione è importante creare un ambiente a misura di quadrupede. Un luogo che sia stimolante, accogliente e che preveda una zona rifugio dove Miao possa sentirsi al sicuro. In quest’ottica, il trasportino può diventare un alleato e non un nemico che contribuisce al trasferimento dal veterinario. Perché questo succeda, però, è importante sapere come abituare il cane al kennel. In sostanza non dobbiamo sottovalutare le capacità di Fido, che è perfettamente in grado di:

  • Comprendere le emozioni e gli stati d’animo;
  • Trasmettere la propria contentezza;
  • Comunicare un eventuale disagio.

Il trucco, però, è sapere leggere il suo modo di comunicare, altrimenti è come se parlasse da solo e questo non fa altro che creare frustrazione e nervosismo. Sensazioni che non vanno sottovalutate e che, nei casi più gravi, possono evolversi in un attacco di panico nel cane. A tal proposito, ecco come comprendere il linguaggio del cane.

Come parlare la lingua dei cani

guardare negli occhi il cane

Come parlare al cane ormai lo sappiamo, ma qualche trucchetto extra può aiutare a migliorare la comprensione reciproca. Per prima cosa, se Bau ci ‘rivolge la parola’, rispondiamogli e semplifichiamo l’apprendimento.

Oltretutto, potrebbe rivelarsi utile mostrarsi propensi all’interazione. Dare un segno di pace. Indispensabile è essere coerenti, chiari e costanti. In caso contrario rischiamo di innescare un meccanismo di confusione che ci fa fare passi indietro e allontanare dal nostro migliore amico.

Determinente è sviluppare un tono di comando sempre uguale per fermare un eventuale comportamento che non va assecondato, senza arrivare al rimprovero che non sortisce alcun risultato virtuoso. Basta cambiare il tono di voce, con uno più secco e deciso, che però sia naturale e quindi replicabile.

Le carezze facciamole partire dal muso, in corrispondenza del punto in cui finiscono le labbra. È quella la zona dove ci sono le ghiandole che producono gli ormoni del piacere. Passando, poi, la mano su tutto il corpo possiamo prolungare quell’odore così gradevole anche altrove. Infine, quando abbracciamo la nostra piccola palla di pelo, facciamolo senza applicare troppa pressione. Non facciamola sentire in prigione!

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