Pitbull regala sorrisi ai bimbi ucraini, la storia di Bice

Questo cane di razza Pitbull è un vero e proprio sollievo per i tanti bambini ucraini che hanno vissuto sulla loro pelle l'orrore della guerra. La storia di Bice ha commosso tutti quanti

Questa è la storia di Bice, un Pitbull che regala sorrisi ai bimbi ucraini che hanno vissuto l’orrore della guerra e cercano di dimenticare quello che hanno visto in patria. Si tratta di bambini che sono rifugiati in patria, poco distante da Kiev, con le loro famiglie dopo l’invasione dell’esercito russo e che cercano di ritrovare serenità e normalità. Anche grazie all’aiuto di Bice.

Pitbull nero vicino al bambino ucraino
Fonte foto da video su Facebook di Darina Kokozei

Bice cerca di aiutare i bambini ucraini che vivono ancora nel paese martoriato dalla guerra. A Boyarka, un sobborgo a 20 km a sud est dalla capitale Kiev, è nato nel 2000 un centro di riabilitazione sociale e psicologica per aiutare chi ha subito danni durante l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, nel 1986.

Oggi accoglie chi sta subendo traumi davvero terribili in seguito all’invasione dell’esercito russo, iniziata a febbraio e che non sembra avere una fine. Per la prima volta, a dare una mano ai più piccoli, è arrivato il dolce pit bull grigio di 8 anni circa.

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Oksana Sliepora è la psicologa che si occupa di bambini e ragazzi ospiti del centro. Ed è lei a introdurre l’amico a quattrozampe che li aiuterà ad affrontare i traumi della guerra. Bice, accompagnato dalla sua proprietaria Darina Korozei, è sempre docile, paziente, disponibile.

I bambini hanno visto orrori inimmaginabili e la presenza di Bice può aiutarli ad affrontare tutto quello che hanno subito. Per un momento possono dimenticare la guerra e comportarsi come farebbero tutti i bambini e gli adolescenti del mondo. Tutto grazie alla psicologa, a Bice e alla sua mamma umana.

Il Pitbull regala sorrisi ai bimbi ucraini, permette loro di esprimere le emozioni represse, di giocare, di dare e ricevere affetto, di superare ansia e stress. Di tornare a vivere qualche momento di felicità in mezzo alle bombe russe.

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