Cuccioli di cane avvelenati per far pascolare le pecore

A volte è necessario raccontare anche storia terribili come questa, proprio per sensibilizzare la popolazione affinché queste stragi degli innocenti non avvengano più

A volte dobbiamo raccontarvi anche delle storie scomode, delle storie che non vorremmo mai raccontarvi. Ci piacerebbe molto parlarvi solo di pelosetti che vivono felici, liberi e spensierati, con una famiglia che li ama e una vita splendida. Ma purtroppo c’è anche l’altra faccia della medaglia, quella nella quale questi pelosetti si ritrovano in situazioni terribili per mano dell’uomo. Allora sta anche a noi sensibilizzare la popolazione affinché non vi siano più queste situazioni inaccettabili. La crudeltà con cui l’uomo, a volte, affronta le cose è davvero da condannare e da denunciare e spero che con questa storia capirete ancora di più la necessità di evitare che queste cose avvengano ancora. La storia di oggi, infatti, parla di alcuni cuccioli di cane avvelenati per mano di un uomo che voleva far passare di lì le sue pecore.

Accade in Sardegna, in provincia di Sassari, in un paese non molto grande di nome Laerru. Qui, tra il 2015 e il 2017, sono avvenute molti morti sospette. Ma non parliamo solo di cuccioli di cane avvelenati, ma anche gatti, e molte altre specie animali di tipo selvatico, come il corvo imperiale. Le autorità, dopo varie indagini si sono rese conto che questi animali erano tutti morti avvelenati da una stessa sostanza. Quindi immediatamente si è capito come il tutto fosse da ricondursi alla mano dell’uomo. Piano piano gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno individuato un uomo, di 64 anni che poteva esserne il responsabile.

Le svariate denunce sono arrivate principalmente da cacciatori che erano soliti frequentare quelle zone per la caccia. E, spesso, anche i loro cani da caccia cadevano vittime di queste polpette avvelenate lasciate lungo i boschi. Fortunatamente l’uomo responsabile di questa strage degli innocenti è stato preso e adesso dovrà sedersi di fronte ad un tribunale per capire quale sarà la sua condanna. Questo perché l’uomo era convinto che queste specie animali dessero fastidio alle sue pecore. Ma noi sappiamo bene che non è così, perché gli animali tra loro coesistono da millenni e non dobbiamo essere noi ad intervenire sulle loro vite.

Scovare quell’uomo e le sue terribili gesta è stato possibile grazie alle persone del luogo che hanno collaborato con il Corpo Forestale. Grazie a loro quest’uomo ora può rispondere delle sue azioni e gli animali non saranno più minacciati e uccisi per dei futili motivi.

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