Studente di design trasforma vecchi cartelloni pubblicitari in rifugi per cani randagi

La brillante idea permette di riutilizzare materiali altrimenti destinati alla discarica

Quello dal randagismo è un problema ancora troppo diffuso. Sicuramente ci sono paesi nel mondo in cui è meno presente, ma per la maggior parte, quello dei cani randagi, è ancora una bella gatta da pelare. Uno dei luoghi in cui questo problema è davvero importante è la Turchia. Proprio per questo, oggi vi parliamo di un bellissimo progetto ideato da uno studente di design che ha trasformato i vecchi cartelloni pubblicitari in rifugi per i cani randagi.

Cominciamo dal dire che, secondo Four Paws International, la questione del randagismo in Turchia è ben alimentata da due fattori: la cultura Buddhista (chiunque aiuti i randagi ha dei meriti dal punto di vista religioso) e il fatto che la sterilizzazione non è facilmente accessibile.

Questa situazione porta, inevitabilmente, ad un risultato: cani che si riproducono a dismisura e milioni di randagi nelle strade. Per aiutare questi quattrozampe, uno studente di design, Ajarn Yossaphon Chanthongjeen, ha avuto un’idea brillante. Infatti ha trasformato dei cartelloni pubblicitari destinati alla discarica, in dei fantastici rifugi per cani.

Finora la sua idea ha riscontrato un grandissimo successo. L’azienda con cui lavora per realizzare i rifugi ha inoltre condiviso le foto di quanto hanno realizato su Instagram. Secondo Medium, sono stati realizzati circa 20 rifugi e poi collocati in varie aree della città.

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Sostanzialmente questi rifugi si comportano un pò come tende da campeggio. Quando poi non sono in uso, possono essere ripiegati e fissati al muro, in modo tale da non occupare spazio. Un progetto funzionale, utile per tenere a riparo i randagi dalle intemperie e realizzato con materiali destinati a finire in discarica. Cosa c’è di meglio?

Questo progetto dovrebbe essere preso in considerazione da molti altri paesi. In questo modo si aiuterebbero molti randagi che ogni giorno lottano per sopravvivere. Ci auguriamo, inoltre, che questo sia anche il primo passo per una soluzione definitiva del randagismo.

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