Cane che soffre: come possiamo accorgercene

Se sta male, noi stiamo male con lui. Il cane che soffre diventa un cruccio, quando lo capiamo. Ecco cosa fare per garantirgli una vita lunga e serena

Le differenze di linguaggio non ci permettono di notare sempre un cane che soffre. Per quanto siano degli animali molto loquaci, e la vicinanza con gli esseri umani abbia reso i legami (la maggior parte delle volte) indissolubili, non sempre siamo in grado di capirli.

cane in macchina

Oltretutto, esattamente come per noi bipedi, ogni quadrupede ha la propria soglia del dolore e il proprio modo di manifestare la sofferenza: variano a seconda del carattere, del momento, del luogo e delle motivazioni. Più si conosce Fido, più facilmente sapremo cogliere determinate sfumature.

Patologie più o meno evidenti

Esperienze dirette (speriamo poche) o indirette (ormai la tecnologia ci fa essere in mille posti contemporaneamente, e partecipare alle emozioni di chiunque nel globo) ci hanno dimostrato come l’istinto di sopravvivenza del nostro amico a quattro zampe sia straordinario.

cane con occhi chiusi

Un cane che soffre – così come un gatto – è capace di lottare e di difendersi anche quando il suo corpo grida dolore: con ferite, fratture e lacerazioni trova l’energia per non mollare; la stessa cosa capita se viene investito, non si arrende finché non è al sicuro.

Segnali più o meno evidenti

Molto più difficile è capire quando il nostro Fido ha delle patologie interne, non evidenti come dei traumi esterni. I questi casi dobbiamo imparare a interpretare dei segnali: quello più evidente è rappresentato da un cane che non mangia e non beve più.

cane che dorme sulla sabbia

I nostro amici a quattro zampe sono estremamente socievoli, vivono in gruppo; e se non lo fanno diventiamo noi il loro capobranco. Una famiglia verso la quale sviluppano un senso di protezione e di fedeltà fuori dal comune.

Questione di DNA

La caccia, la difesa della prole, la spartizione della preda sono stati rituali fondamentali nell’evoluzione del cane come lo conosciamo adesso. Il cane che soffre lo fa secondo il proprio DNA: il dolore viene manifestato alla prima occasione. Ci fa capire che qualcosa non va, cerca subito il nostro aiuto: quello che è disposto a darci senza pensarci due volte a parti invertite.

Capitolo a sé poi quello in cui finge di stare male per attirare la nostra attenzione: qui potrebbero esserci problemi di ansia da separazione, stress o traumi pregressi che gli fanno ricercare sempre delle conferme a livello affettivo.

cane nero

Indubbiamente un modo di fare estremamente differente rispetto a quello dei felini: solitari, un po’ orgogliosi; non cercano aiuto, anzi vanno a nascondersi per soffrire in silenzio (anche fino alla morte).

Occhi aperti

Il benessere dei nostri amici a quattro zampe, siano essi imparentati con i lupi o con il re della Savana, è al primo posto. Diventa indispensabile stare a guardare ogni comportamento e segnalare qualsiasi anomalia sospetta al veterinario di fiducia.

cane jack russel e padrona

Il cane che soffre poi, lo abbiamo già sottolineato, si fa notare con degli atteggiamenti fuori dal comune. E l’intervento può essere davvero tempestivo, se prestiamo attenzione.

Un piccolo libretto per le istruzioni

In realtà non esiste: ogni cane che soffre lo fa a modo proprio, e molto dipende anche dalla nostra sensibilità. Ci sono però dei segnali che – se si conoscono e si sanno interpretare – possono aiutarci nell’impresa di capire se c’è qualcosa che non va:

  • Attenzione se il cane zoppica e ha problemi di deambulazione, molto si intuisce dai cambiamenti della postura: diventa come una mappa del dolore;
  • Attenzione anche alla respirazione, se è libera o affannosa:
  • Controlliamo gli occhi: se si gratta, se li ha arrossati, gonfi o con della strana secrezione;
  • Monitoriamo eventuali cambiamenti nel comportamento: aggressività o, al contrario, debolezza;

cane sofferente

  • Vediamo se e come mangia;
  • Controlliamo se dorme bene;
  • Attenzione ai suoni che emette, possono essere dei veri richiami rivolti a noi;
  • Attenzione a feci, urine o eventuali disturbi gastrointestinali.

Questi sono tutti campanelli di allarme che ci devono spingere a portare il cane dal veterinario. Una conoscenza dell’animale approfondita, un’analisi attenta, una nostra anamnesi dettagliata ed eventuali test o esami porteranno lo specialista a formulare una diagnosi (se c’è qualcosa che non va) e a prescrivere la cura corrispondente.

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