Cos’è e come funziona il ROI, registro genealogico dei cani

Il registro genealogico dei cani, abbreviato con la sigla ROI, è un importante strumento per il controllo e la buona gestione dell'attività selettiva delle razze

Il ROI è il registro genealogico dei cani che segue gli standard adottati dalla FCI – Fédération Cynologique Internationale e dall’ENCI – Ente Nazionale Cinofilia Italiana.

In questo registro vengono iscritti tutti i cani dotati di pedigree, ovvero di quel documento che ne attesta le origini e l’identità e – per spiegarlo in breve – la conformità alle caratteristiche morfologiche di una razza canina specifica.

Ma scopriamo di più sul ROI e perché è importante che esista questo registro genealogico dei cani per gli allevatori e, non da meno, anche per chi come noi ama i quattro zampe e vuole adottarne uno.

Indice

Cosa vuol dire ROI nel pedigree

cane mastino

ROI è una sigla che significa Registro Origini Italiano e che ha sostituito, di fatto, quella precedente ormai caduta in disuso. Un tempo, infatti, i cani di razza venivano iscritti al LOI, ovvero il Libro delle Origini Italiane. Il nome è cambiato, ma la sostanza resta la medesima!

Può capitare di leggere ancora la sigla LOI in un pedigree, probabilmente perché è stato registrato negli anni precedenti a tale cambiamento. Se nel pedigree c’è la dicitura ROI, in ogni caso, parliamo di un cane che soddisfa gli standard specifici di una razza.

Come ottenere il pedigree ROI

cane pastore australiano

Abbiamo visto che registro genealogico dei cani ROI possiamo iscrivere qualsiasi amico a quattro zampe dotato di pedigree, che è proprio il certificato emesso dall’ENCI – Ente Nazionale Cinofilia Italiana per attestare l’identità e l’origine di un esemplare. Il pedigree contiene tutta una serie di dati importanti, inclusi quelli anagrafici dell’allevatore e del proprietario.

Per ottenere il ROI, gestito dall’ENCI sotto la vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, è necessario poter risalire almeno alle quarte generazioni precedenti del cane in questione. Significa che genitori, nonni e bisnonni devono essere stati a loro volta iscritti al registro e dotati quindi di pedigree.

“Il Libro genealogico rappresenta lo strumento per lo svolgimento dell’azione di miglioramento dei cani di razza ed ha, pertanto, la finalità di indirizzare l’attività selettiva, promuovendone la valorizzazione zootecnica”, come si legge sul sito ENCI.

Esiste anche un altro registro, gestito sempre dall’ENCI, che prende il nome di RSR o Registro supplementare Riconosciuti che a differenza del ROI è rivolto ai cani privi di pedigree ma che comunque rispettano le caratteristiche previste dallo standard (soltanto di alcune razze). Per iscrivere il cane, però, occorre affrontare un lungo percorso con tanto di esposizione e giudizio da parte di un esperto ENCI.

Modifiche del ROI in vigore da settembre 2023

cane di razza barbone

Proprio in questi giorni è uscita una circolare sul sito ENCI, che spiega l’introduzione di alcune modifiche relative al ROI e ai requisiti per l’iscrizione dei cani al registro genealogico. Riportiamo qui il testo integrale.

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, su richiesta del Consiglio Direttivo del 24 novembre 2022, con il parere conforme della Commissione Tecnica Centrale, ha approvato le modifiche alle Norme tecniche del Libro genealogico del cane di razza con DM n. 116130 del 22.2.2023, che entreranno in vigore dal 1 settembre 2023.

Si richiamano alcune delle variazioni apportate, che erano anche state rappresentate nel corso dell’Assemblea dei Soci ENCI dell’11 giugno 2022:

  • Non possono essere iscritti nel Libro genealogico cani nati dall’accoppiamento tra genitori e figli, cani nati dall’accoppiamento tra fratelli pieni o mezzi fratelli, cani nati da fattrici di età inferiore ai 16 mesi;
  • Nel caso sia stata usata una fattrice superiore a 7 anni o che abbia già prodotto più di 5 cucciolate, la denuncia dovrà essere corredata da un certificato veterinario attestante l’idoneità della fattrice alla gravidanza, al parto e allo svezzamento.

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cane di razza bulldog inglese

Come trovare il pedigree online?

Chiunque abbia un cane di razza dovrebbe possedere il pedigree. Se così fosse, sappiate che è possibile consultarlo online tramite il sito ENCI, previa registrazione.

Quali sono i pedigree riconosciuti?

Come abbiamo visto, esistono due tipi di pedigree in Italia che vengono rilasciati dall’ENCI. Da una parte c’è il ROI che è il vero e proprio registro genealogico italiano mentre dall’altra c’è il RSR, regolato da normativa differente. In realtà oltre a questi due ne esiste anche un terzo che si chiama RSA, cioè Registro Supplementare Aperto, che si rivolge unicamente agli esemplari di alcune razze canine italiane attualmente in fase di recupero come il Cane di Mannara o Pastore siciliano, il Cane di Oropa o Cane da Pastore biellese e il Pastore della Lessinia e del Lagorai.

Cosa c’è scritto sul pedigree?

Il pedigree è il certificato che attesta l’iscrizione dei cani a un registro genealogico come il ROI, appunto. “Viene emesso e stampato esclusivamente nella sede centrale dell’ENCI e viene spedito all’allevatore o alla Delegazione ENCI di competenza territoriale del nuovo proprietario del cucciolo se questo viene indicato all’atto della presentazione della domanda di iscrizione”, come si legge sul sito dell’Ente Cinofilia Italiana.

Ecco cosa c’è scritto:

  • Dati anagrafici e identificativi del cane (razza, nome, sesso, data di nascita, colore
    del mantello, microchip);
  • Numero d’iscrizione ad uno dei Registri di cui si compone il Libro genealogico;
  • Genealogia del cane (genitori, nonni, bisnonni e trisnonni);
  • Chi, tra gli antenati, è stato campione di bellezza o di lavoro in Italia o all’estero e ha conseguito risultati in prove, brevetti, selezioni e/o è stato sottoposto a controlli sanitari per le displasie.
  • Dati anagrafici del proprietario e dell’allevatore.
  • Diversi passaggi di proprietà avuti del cane.

Per la legislazione italiana la vendita di cani proposti come “di razza”, senza che questa qualità sia attestata dal pedigree, è vietata dal Decreto Legislativo n. 529 del 30 dicembre 1992.

Come si fa a sapere a chi è intestato un cane?

Può capitare (purtroppo) di trovare per strada un cane che si è smarrito o, peggio, che sia stato abbandonato da padroni sconsiderati e anche piuttosto stupidi. Sì, perché se il cane è iscritto al ROI e quindi ha un pedigree, è possibile risalire al suo padrone. Basta digitare nella banca dati online dell’Anagrafe Animali d’Affezione il codice a 15 cifre del microchip.

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