Malattia infiammatoria intestinale del cane: sintomi, cause e cura

Fido vomita e ha la diarrea da tanto tempo? Potrebbe trattarsi di malattia infiammatoria intestinale del cane. Ecco cosa sapere

I cani non sono noti per i loro palati sofisticati, anzi sono animali estremamente golosi che ingerirebbero proprio di tutto. Motivo per cui dobbiamo sempre fare molta attenzione alla loro dieta e agli ingredienti dei loro pasti.

La loro tendenza a mangiare (anche di fretta) può facilmente ritorcersi contro di loro, quindi non è insolito che sperimentino sintomi come diarrea, nausea, vomito o perdita di appetito. Cose che indicano la presenza di un problema di salute e che consente a noi padroncini di capire se qualcosa non va.

Ma se questi sintomi non sono passeggeri e persistono per settimane anche a intermittenza, possono indicare la presenza della malattia infiammatoria intestinale del cane, conosciuta anche con la sigla IBD. Si tratta di una condizione cronica che si verifica quando il rivestimento del tratto gastrointestinale si infiamma e perde la sua capacità di digerire e assorbire adeguatamente i nutrienti. Ma vediamo nel dettaglio.

Sintomi

cane randagio

La malattia infiammatoria intestinale del cane ha una sintomatologia piuttosto variegata e ampia. A una rapida occhiata si tratta di sintomi comuni a diversi disturbi, specialmente quelli del tratto gastrointestinale. Perciò non è proprio semplice per un padroncino capire quale sia la causa scatenante e fare una diagnosi esatta. L’unica discriminante che può farci intuire la presenza di questa malattia è il fatto che i sintomi persistono in modo cronico, quindi non passano in uno o due giorni. Ecco quali sono:

  • Vomito intermittente cronico;
  • Diarrea;
  • Perdita di appetito;
  • Nausea;
  • Leccarsi le labbra frequentemente;
  • Aumento della salivazione;
  • Bruciore di stomaco;
  • Reflusso acido;
  • Flatulenza;
  • Gorgoglio;
  • Gonfiore addominale.

Se questi sintomi persistono in modo continuo o anche intermittente è importante portare il cane subito dal veterinario. Un cane he soffre di diarrea per più di tre settimane o vomita a intermittenza per più di due mesi, potrebbe avere proprio la malattia infiammatoria intestinale.

Cause

cane di tipo pastore

La malattia infiammatoria intestinale del cane non ha una causa specifica, ma è il risultato di una complessa interazione di fattori. Innanzitutto è stato confermato che conta la predisposizione genetica del cane, quindi tendenzialmente ci sono razze canine che potrebbero più facilmente avere questa malattia. In particolare sono maggiormente soggetti i cani dal petto pronunciato come l’Alano, il Setter Irlandese, il Dobermann e il Boxer.

Influiscono naturalmente anche i fattori ambientali, come ad esempio l’esposizione a sostanze chimiche o ad altri animali. La malattia infiammatoria intestinale può dipendere anche dallo stile di vita del cane, quindi non solo dal luogo specifico in cui vive ma anche dal tipo di alimentazione. Una cattiva dieta porta il cane ad avere problemi digestivi, la flora batterica si altera e quindi questo disequilibrio può esporlo maggiormente a malattie e disturbi di questo tipo. Senza dimenticare, poi, che nel tempo tutto questo influisce anche sul lavoro del sistema immunitario.

In definitiva, non è semplicissimo diagnosticare la malattia infiammatoria intestinale del cane. Tutto quel che dobbiamo fare è osservare attentamente i sintomi del quattro zampe e le tempistiche con cui si manifestano. Dopodiché non esitare e portarlo subito dal veterinario per un controllo approfondito.

Diagnosi

cane bianco con le orecchie scure

Il veterinario svolge un ruolo fondamentale nella diagnosi di IBD. Soltanto una persona esperta può fare i test e gli esami che gli consentano di escludere tutti i possibili disturbi con i medesimi sintomi. Dopo aver elencato tutto ciò che abbiamo osservato, tempistiche incluse, il veterinario deve procedere con un controllo fisico accurato e con tutti i test di routine come l’analisi delle urine, gli esami di sangue (emocromo completo), il profilo biochimico.

I risultati di questi test di laboratorio di routine spesso sono assolutamente normali, mentre in altri mostrano già dei segni di squilibrio. Un cane con IBD potrebbe essere anemico (numero elevato di globuli bianchi), oppure avere livelli anormali di proteine ed enzimi epatici. Le radiografie addominali tornano utili al veterinario per capire cosa non va nell’apparato digerente del cane, così come i test sugli allergeni per verificare che la causa della malattia infiammatoria intestinale sia l’allergia a determinate sostanze o ingredienti.

Nella diagnosi di IBD sono necessari anche test sulle feci, cosa che potrebbe richiedere la sverminazione. Gli agenti patogeni e i parassiti gastrointestinali possono provocare gli stessi sintomi e il veterinario deve escludere che siano loro la causa del malessere di Fido.

Trattamento

cagnolino bianco su una panchina

La malattia infiammatoria intestinale del cane non ha una vera e propria cura. Piuttosto il veterinario deve comprenderne le cause ed elaborare poi un trattamento che possa portare il cane a recuperare le sue condizioni fisiche. L’IBD può sparire inizialmente, per poi tornare a far capolino con delle ricadute. Perciò dopo il primo trattamento andato a buon fine è importante che il veterinario monitori la situazione per evitare che il cane stia di nuovo male.

I principali obiettivi del trattamento sono la stabilizzazione del peso corporeo, il miglioramento dei sintomi gastrointestinali e la riduzione della risposta del sistema immunitario. Pertanto la cura richiede l’impiego di farmaci immunosoppressori e antibiotici. In caso di disidratazione il veterinario deve somministrare liquidi al cane, specialmente in presenza di vomito cronico.

Alimentazione

cane gioca con un osso

Per gestire la malattia infiammatoria intestinale del cane è necessario rivedere la sua dieta. Come abbiamo visto, spesso la malattia può dipendere da allergeni e sostanze contenute in alcuni alimenti, perciò il veterinario deve elaborare una vera e propria dieta alternativa che eviti il ritorno dei brutti sintomi che fanno tanto star male il cane.

La fase iniziale è sostanzialmente di controllo. Il veterinario elabora il nuovo piano alimentare, il padroncino con attenzione lo somministra al cane e nelle prime settimane si vede se effettivamente con la nuova dieta torna a stare meglio e spariscono i sintomi. Un po’ come accade per noi umani, bisogna trovare la quadra e fare diverse prove finché il nostro amico a quattro zampe torna in forma. La dieta può includere anche la somministrazione di integratori alimentari e di probiotici, che aiutano a ripristinare l’equilibrio della flora batterica. Non si tratta di veri e propri farmaci, ma occorre darli al cane con moltissima attenzione e seguendo le indicazioni precise del veterinario.

Gestire un cane con la malattia infiammatoria intestinale non è semplicissimo, ma le soluzioni esistono. Sta a noi padroncini prendercene cura al meglio e fornirgli tutto ciò di cui ha bisogno.

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